Il Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) di “Crotone – Cassano – Cerchiara” è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale con il D.M. 468/2001 e perimetrato con D.M. Ambiente del 26 novembre 2002.
Con successivo Decreto, nel novembre 2017, è stato ridefinito il perimetro del SIN per includere i siti con presenza di CIC (Conglomerato Idraulico Catalizzato).
Nel complesso, il SIN di Crotone comprende circa 1.448 ettari di aree a mare e complessivi 884 ettari a terra.
Nel 2022 il MASE, in accordo a quanto indicato dall’art. 17 bis del D.L. 152/2021 “Nuove disposizioni per la riperimetrazione dei siti di interesse nazionale”, ha istituito un gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione oltre che del personale della Direzione Generale anche di ISPRA, con lo scopo di effettuare una ricognizione dei SIN ai fini della formulazione di una eventuale proposta di deperimetrazione.
Nel novembre 2023, sulla base delle valutazioni tecniche condotte da ISPRA, il MASE ha ritenuto condivisibile operare l’esclusione di alcune aree attualmente ricomprese nel perimetro, in particolare:
*11 siti ubicati nell’area industriale per i quali risulta concluso il procedimento di bonifica;
* i siti di Capraro, Chidichimo e Tre Ponti, per i quali la bonifica è stata conclusa.
La nuova cartografia risultante, limitatamente al territorio del Comune di Crotone, è riportata di seguito.

Le aree a terra
Le aree a terra si estendono su una superficie di circa 884 ettari e possono essere suddivise in:
un area che racchiude alcuni stabilimenti industriali dismessi di pertinenza della società Eni Rewind S.p.A. (prima Syndial) e le relative discariche; rappresentano circa il 14% del sito di Crotone. Si tratta di 3 stabilimenti adiacenti in esercizio tra gli anni ‘20 e gli anni ‘90, successivamente dismesse:
*Stabilimento ex Pertusola: produzione di zinco attraverso il processo di trattamento termico delle blende (minerali costituiti quasi totalmente da solfuro di zinco); attualmente l’area è completamente dismessa; dal 2010 sono stati demoliti gli edifici e gli impianti produttivi;
*Stabilimento ex Fosfotec: produzione di acido fosforico. Dopo l’interruzione delle attività produttive nel novembre del 1992, tra il 1996 e il 1998 sono stati progressivamente demoliti gli edifici e gli impianti;Nello stabilimento ex Fosfotec, nel processo di produzione di fertilizzanti erano utilizzate le fosforiti (fosfati di calcio, ricche di uranio e torio). I residui di produzione di questo processo erano i “fosfogessi”, scarti di lavorazione contenenti un elevato contenuto di radioattività naturale in concentrazioni superiori alla media presente nella crosta terrestre (materiali NORM e TENORM). Questi materiali sono stati in parte smaltiti in discariche per inerti (discarica ex Fosfotec) e, in parte, per le buone proprietà meccaniche, utilizzati come riempimento per strade, porti e piazzali. Si ritrovano diffusamente nel sottosuolo di numerose aree del territorio comunale.
*Stabilimento ex Agricoltura: produzione di fertilizzanti complessi (azotati e fosfatici), acido nitrico, acido solforico e oleum. Il sito risulta oggi interamente dimesso.
*un area “ex Sasol-Kroton Gres” di proprietà di Kroton Gres 2000 – Industrie Ceramiche srl. Nel 2011, Kroton Gres è stata dichiarata fallita dal collegio della sezione fallimentare del Tribunale di Crotone. Con Ordinanza della Provincia n. 1/2023 del 14/06/2023 le società Edison, e parzialmente Eni Rewind, sono state riconosciute quali soggetti responsabili della contaminazione;
*un area su cui insiste la Centrale Gas di Crotone La Centrale Gas. La centrale è entrata in produzione nel maggio 1975 ed è attualmente funzionante. Per un periodo è stata gestita dalla Società Ionica Gas S.p.A. che a dicembre 2015 è stata incorporata in Eni S.p.A;
*un “area archeologica” (circa 80 ha, pari al 15% delle aree SIN ricomprese nel Comune di Crotone), in passato di proprietà Montedison, destinata all’ampliamento degli stabilimenti industriali, espropriata a seguito del ritrovamento di beni archeologici. L’area è di competenza pubblica;
*un’area ubicata a circa 6 km a sud del centro abitato di Crotone, comprendente la discarica per RSU in località Tufolo – Farina, di competenza pubblica;
*altre aree con presenza di CIC, in parte pubbliche, in parte private, ubicate nei comuni di Crotone, Cutro e Isola di Capo Rizzuto.
La perimetrazione a mare
La perimetrazione a mare si estende per circa 1448 ettari e include a sud il Porto nuovo di Crotone (di estensione di circa 132 ha) e più a nord la fascia costiera prospiciente la zona industriale, compresa tra la foce del fiume Esaro (a sud) e quella del fiume Passovecchio (a nord).

I risultati della caratterizzazione nell’Area portuale hanno evidenziato una rilevante contaminazione da metalli pesanti (As, Cd, Hg, Cr, Ni, Pb, Zn, Cu) con concentrazioni superiori ai valori di intervento per il SIN di Crotone e superiori ai limiti della colonna B_tabella 1 dell’All. 5 al Titolo V alla Parte IV del D.Lgs. 152/06.
In particolare, i maggiori superamenti riscontrati sono a carico di Cd, Hg, Pb, Zn diffusi su tutta l’area portuale fino a 3 m, con un andamento della contaminazione che in alcune aree peggiora con la profondità. In un punto si registra una concentrazione di Cr totale pari a 29.015 mg/Kg, che porta a classificare pericoloso il sedimento in oggetto (in linea con quanto indicato nell’allegato D alla Parte VI del D.Lgs. 152/06). Le concentrazioni di Cu e Ni evidenziano alcuni superamenti dei valori di intervento.
Per quanto riguarda i risultati dei saggi ecotossicologici, la tipologia e il livello degli effetti tossici ottenuti hanno confermato la diffusa ed elevata contaminazione, attribuibile prevalentemente a miscele complesse di sostanze inquinanti poco solubili.
Inoltre, per quanto riguarda le indagini microbiologiche condotte, si riscontra la presenza di una contaminazione di origine fecale recente, legata probabilmente ad una immissione di acque non depurate.